Scene di scontri, assalti e saccheggi
Dopo la convocazione, per il 21 ottobre 1860, del Plebiscito per l’unione del Mezzogiorno al futuro Regno d’Italia, i contadini e i montanari, organizzati a migliaia nelle bande dei briganti, scesero a valle e assaltarono saccheggiandoli molti comuni mal presidiati dalla Guardia Nazionale. Il successo delle scorrerie, dei saccheggi e degli attacchi a sorpresa era favorito dal ruolo svolto dalla Fortezza di Civitella del Tronto, che fungeva da centro direttivo e propulsivo dell’azione delle bande, anche attuando progetti coordinati con le stesse, in base ad una attenta pianificazione. Fino alla caduta della fortezza il brigantaggio nel teramano e nell’ascolano ebbe la caratteristica di un movimento dichiaratamente legittimista e sanfedista, sia per il massiccio appoggio della Chiesa e la cospicua presenza del clero nelle bande, sia per l’incitamento alla lotta da parte dei Borboni, che continuavano a resistere nella Fortezza di Gaeta in stato d’assedio.
Nelle opere in mostra si susseguono scontri, saccheggi, rivolte, agguati, occupazioni che dilagarono in vari centri del Teramano, ben oltre la fortezza: Controguerra, Tortoreto, Nereto, Sant’Omero, Corropoli, S. Egidio, Campli.